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Metà delle regioni italiane non garantisce le cure essenziali

lentepubblica.it • 20 Febbraio 2024

cure essenziali regioniUn recente monitoraggio del Ministero della Salute ha evidenziato che metà delle regioni italiane non garantisce le cure essenziali.


In un’audizione dello scorso 6 febbraio al Senato, sono stati presentati i dati (per ora preliminari e riferiti al 2022) sullo stato delle cure mediche nelle regioni italiane.

Più della metà non garantisce le cure sanitarie essenziali, infatti, solo 9 su 21 riescono a farlo.
Mentre 12 regioni presentano valori sotto la soglia in almeno una delle tre macroaree prese in esame: prevenzione, cure sul territorio e ospedali.

Vediamo nel dettaglio.

Cure essenziali nelle regioni: più della metà non le garantisce

Secondo il monitoraggio, che presenta ancora dati parziali, i Livelli essenziali di assistenza (Lea) sono peggiorati nel 2022, rispetto al 2021.
Ad essere insufficienti sono ben 12 regioni, contro le 8 dell’anno precedente.

Le prestazioni sanitarie migliori sono state riscontrate in Veneto, seguito da Emilia-Romagna e Toscana. Bene anche Lombardia e la Provincia autonoma di Trento.
La regione coi dati peggiori è la Valle d’Aosta, che presenta valori sotto la soglia, in tutte tre le macroaree.

Tra le regioni insufficienti, troviamo anche la Provincia autonoma di Bolzano, la Liguria, il Lazio, l’Abruzzo e il Molise, per l’area della Prevenzione.
Carenti anche Piemonte (area Distrettuale e Ospedaliera), Campania (Prevenzione e Distrettuale), Basilicata (Distrettuale e Ospedaliera), Calabria (Prevenzione e Distrettuale), Sicilia (Prevenzione e Distrettuale) e Sardegna (Prevenzione e Distrettuale).

La valutazione sui livelli essenziali di assistenza è stata fatta prendendo in considerazione tre macro-categorie:

  • Ospedale (o assistenza ospedaliera): include diversi settori, come il pronto soccorso, il day surgery, il day hospital, le attività trasfusionali e quelle di trapianto, i centri antiveleni, etc;
  • Distretto (o assistenza distrettuale): comprende le attività e i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio, come l’assistenza sanitaria di base e territoriale, l’assistenza farmaceutica, l’assistenza integrativa, l’assistenza specialistica ambulatoriale, etc.
  • Prevenzione: include le attività preventive per la collettività e i singoli, come la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive e parassitarie (compresi i programmi vaccinali), la tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati, la sicurezza alimentare e le attività medico-legali per finalità pubbliche.

Ogni indicatore viene misurato in base ai valori “soglia”, previsti nel sistema di misurazione, dando poi un punteggio finale.

Cure essenziali nelle regioni: il risultato del Veneto

Il Veneto ha riscontrato i migliori risultati, in Italia, per quanto riguarda i libelli essenziali di assistenza e prestazioni sanitarie.

Ecco le parole del Presidente della Regione Luca Zaia:

“Secondo i primi dati, ancora non definitivi, il Veneto primeggia ancora nella capacità di erogare ai cittadini i Livelli essenziali di assistenza che sono da tutti dovuti sulla base della Costituzione. Una valutazione che ci rende orgogliosi e che dedico a tutti i lavoratori della sanità, che combattono ogni giorno per tenere alto il livello delle prestazioni nonostante i mille problemi di questo periodo, a cominciare dalla carenza nazionale di personale”.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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